domenica 4 settembre 2011

1) SANITA': RIASSUNTO DELL'ATTUALE SITUAZIONE

Da un po' di tempo, i mass media non segnalano nuovi gravi casi di “Malasanità” (a meno che non mi sia perso qualcosa strada facendo). Ottima occasione, quindi, per contravvenire alla consolidata abitudine italiana di creare un putiferio appena “dopo” un fatto eclatante per poi, passata l'emozione del momento, lasciare tutto come prima... Parlerò proprio di “Malasanità” e rilancerò una vecchia proposta, secondo me ingiustamente caduta nel nulla.
Su questo argomento è stato detto di tutto e di più: un riassunto introduttivo (per quanto non possa essere brevissimo) mi sembra necessario. Mi soffermerò solo su alcuni punti meno “battuti”, o su considerazioni a cui tengo particolarmente.
- I ministri di ogni governo, quando sono interrogati sui casi di “Malasanità”, si difendono sostenendo che proprio l'eccezionalità di quegli episodi isolati, pur nella loro gravità, stanno a confermare che, nel complesso, il sistema sanitario funziona.
- Non mancano poi di sottolineare che, bene o male, da lungo tempo noi abbiamo la fortuna di usufruire di una “Sanità Pubblica” basata sulla mutualità, per tutti (su questo non abbiamo mai dovuto invidiare gli Statunitensi, per esempio).
- Effettivamente il sistema presenta anche punte di grandissima eccellenza, assieme a “baratri” di inefficienza.
- Queste cadute di professionalità si manifestano soprattutto dove più forte è il legame tra malaffare, clientelismo politico, spesso la criminalità organizzata (vedi l'acquisizione non sempre trasparente degli appalti), e le pubbliche istituzioni in genere. Per non parlare dei “favori” di alcuni ospedali pubblici verso la “Sanità Privata”, con liste di attesa troppo lunghe, e talvolta il “consiglio” di rivolgersi ai privati (con vari esempi di normale “corruzione” e “interesse privato”), e dei tanti classici casi di “peculato”: niente di nuovo!...
- Il potere delle “baronie” e il “nepotismo” (troppi “figli di” per trattarsi di soli “figli d'arte”, arrivati interamente con le proprie gambe) accomunano nord e sud; il vizio è antico e non “regionale”. Ciò contrasta con la “meritocrazia” (parola poco di moda in Italia) e quindi influisce enormemente sul livello di professionalità di tutti gli operatori.
- I “Pronto soccorso” sono quasi ovunque normalmente intasati, inefficienti, e ad essi è collegata un'alta percentuale degli episodi di “Malasanità” italiana (sull'origine di questo problema parlerò più avanti, come punto di partenza da cui si svilupperanno le proposte che lancerò).
- Sugli sprechi non mancano libri-denuncia, reportage televisivi: ospedali costosissimi cominciati e mai terminati, fondi europei mai utilizzati, bilanci di Regioni e piccole ASL “fuori controllo” (la Regione Sicilia spende per stipendi un quinto della spesa complessiva nazionale delle regioni italiane per i propri dipendenti, con Palermo e Catania in testa alla classifica di sprechi e “Malasanità”), acquisti e consulenze (inutili) a peso d'oro... Volendo informarsi, le fonti abbondano...
- Naturalmente vanno messe in conto anche tutte le truffe ai danni della Sanità Pubblica, con o senza la complicità di funzionari (pazienti deceduti ancora “in carico”, è una delle più frequenti). Ciò è dovuto in parte anche alla imperfetta “informatizzazione” e all'annoso problema della carenza di controlli. Anche nei casi in cui si pervenga a condanne (molto tardive, di solito), quasi mai si riesce a recuperare tutto il “maltolto”, a danno del contribuente.
- Anche nel caso di bilanci “virtuosi”, si lamenta un po' ovunque la diminuzione di prestazioni e di personale (facile limitare le spese così, è una cosa da bambini). Non mi stancherò mai di sottolineare l'importanza degli INFERMIERI (oggi chiamati “operatori socio sanitari”, secondo l'abitudine di cambiare nomi, ad ogni riforma, lasciando le cose intatte); sono il “braccio operativo”, coloro che, di fatto, attuano le cure prescritte dai medici.
- Contemporaneamente alla diminuzione di prestazioni, la spesa per il cittadino è aumentata praticamente con ogni governo, fra “Ticket”, “Codice Bianco”, ecc. Quest'ultimo, a prima vista appare come una misura necessaria per diminuire l'affollamento nei “Pronto Soccorso” e la spesa sanitaria; come si vedrà, in questa situazione in cui spesso non possiamo fare affidamento al “medico di base”, si rivela in molti casi una nuova tassa.
- Nonostante evidenti progressi rispetto al passato, al confronto di altre nazioni industrializzate (e talvolta perfino di alcune “emergenti”) lamentiamo un ritardo nell'informatizzazione, con cui potremmo meglio sveltire le pratiche burocratiche o supportare le cure mediche. Il “tesserino magnetico” ne è uno splendido esempio: avrebbe dovuto fornire dati anagrafici, anamnesi del paziente, ecc.; invece attualmente serve quasi solo per... acquistare sigarette al distributore automatico! E' un'altra “incompiuta”, l'ennesimo spreco, fonte anche di disagi ogni qualvolta il cittadino crede di potersene servire e riceve un rifiuto: per molte cose occorre ancora il tesserino “cartaceo”!
- Normali casi di “scarsa attenzione”, “ordinaria maleducazione” e sopruso verso il cittadino, l'utente (es. agli sportelli) e il paziente, sono sempre presenti, più o meno come ogni volta che si ha che fare col nostro apparato statale.
Solo su quest'ultimo punto vorrei fare alcune considerazioni personali, allargando il discorso. Mi viene da pensare che, sostanzialmente, noi italiani siamo rimasti ancora parecchio “monarchici”, se non addirittura “borbonici”, nel rapporto fra cittadino, “caste” varie (fenomeno che ha a che fare anche col “corporativismo”, contrapposto allo spirito nazionale) e istituzioni (la sovranità appartiene al popolo...”). Negli ospedali, negli ambulatori, la distanza fra “baroni” e “utenti-pazienti” rimane spesso troppo grande, anche se qualcosa sta cambiando: trovo che i medici oggi siano mediamente più attenti; a volte sospetto che temano qualche... denuncia, sanno comunque di non godere più della stessa “impunità” garantita nel passato; perfino tra infermieri (che talvolta risentono dello stress, come dicevo sono pochi e devono fare tutto) e pazienti, i rapporti possono essere considerati in una certa misura di questo tipo (si tende a “fare casta” ad ogni livello). In conclusione, direi che la nostra democrazia “molto imperfetta” ha sostituito il “Re” con lo “Stato”: a tutti gli effetti, il cittadino è di fatto considerato, ancora oggi, “suddito”, anziché soggetto protagonista e beneficiario. Il principio che “Lo Stato siamo noi” è certamente poco praticato, con tutte le conseguenze negative che ne derivano...
Il cittadino, il paziente,... così “spersonalizzati” e ridotti a “numero” (tali siamo per la burocrazia, per le richieste “usuraie” di Equitalia...) perde ogni diritto e quasi non viene riconosciuto come “essere umano”! E' un'esagerazione? Non credo, se si pensa ad esempio che da sempre le cure mediche hanno considerato il paziente solo come “portatore di patologie”, anziché appunto “essere umano”. Non c'è da meravigliarsi quindi che siamo tra gli ultimi posti come attuazione della “terapia del dolore” (e qui il proibizionismo verso le droghe c'entra come i cavoli a merenda, vedi l'uso della “cannabis”, accettato in varie parti del mondo come efficace antidolorifico, ma non qui).
A volte questa mentalità da “scissione schizofrenica” (da un lato la scienza, dall'altra l'umanità che di questa scienza dovrebbe beneficiare) rischia perfino di compromettere le stesse cure mediche. Faccio due piccoli esempi riguardanti mia madre, quindi parlo per conoscenza diretta. Dopo un'operazione, mi resi conto che i letti del reparto ospedaliero non potevano essere dotati di “spondine” (com'era per lei prescritto dai medici dell'Istituto di Riposo da cui proveniva). “Non siamo una casa di ricovero! E poi, che 'c'azzecca' con l'operazione al cuore?”, mi dicevano. “Beh, se cade fuori, si frattura (e a quell'età è un danno che porta ad un declino inesorabile fino alla morte...), a che sarebbe servito operarla al cuore?” rispondevo io; nella notte passata ad accudirla, mi resi conto di quanto saggia fosse stata la prescrizione delle “spondine” nella casa di riposo. Un'altra volta, per disguidi sull'orario di visita, con noncuranza la tennero per ore ferma su un lettino, al freddo invernale di un corridoio non riscaldato (non le avevano nemmeno dato il tempo di coprirsi): e pensare che le avevano diagnosticato una “broncopolmonite”!!! Per fortuna, era una tipica “donna di una volta”: fisicamente “d'acciaio”, nonostante tutto...
Oggi anche la scienza (a volte lenta, per metodo, a stabilire l'effettiva verità delle cose, e non appartenendo il “buon senso” ad alcuna categoria scientifica) riconosce l'importanza, anche per le cure e la salute, dell'aspetto umano, dell'affetto, dell'atteggiamento positivo, del sorriso: la “Pet-therapy”, la “Clown terapia” ne sono validi esempi. In certi ospedali tedeschi, contravvenendo ai nostri stereotipi rispetto a quel popolo, ho notato una maggiore attenzione all'aspetto umano, ho visto stanze nelle quali il paziente si sente più a suo agio, quasi come “a casa propria”. Lì fu curata, e salvata dalla morte per un grave tumore, una mia amica alla quale, in Italia, i medici non avevano prestato cure poiché le avevano dato “poche settimane di vita” (presunzione scientifica, più che scienza...). Ancora eravamo lontani dal moderno “accanimento terapeutico”...
Altro esempio di scarsa considerazione verso il cittadino sono le leggi, i regolamenti,... probabilmente frutto di incompetenza (eppure i consulenti non mancano, e per questi lo Stato spende tantissimo ogni anno), approssimazione, superficialità, che anziché risolvere all'atto pratico le problematiche per le quali sono state varate, non fanno niente di tutto questo o addirittura peggiorano le cose... Per non parlare dell'ambiguità con cui normalmente sono scritte...
Mi è sembrato necessario fare questo “sunto” della sanità italiana (e sicuramente avrò tralasciato qualcosa). Sono in gran parte cose ampiamente risapute e discusse, eppure... cambia poco o nulla. Forse anche nel modo di discutere procediamo per “eccessi”: passiamo dai “massimi sistemi” (lasciando solo parole, parole...) al “nulla.” Credo che dovremmo ricorrere più spesso ad una buona “via di mezzo”: petizioni, proposte che siano “utili, fattibili, realizzabili” e contribuiscano realmente a migliorare la nostra vita in questo Paese. E' un metodo che voglio far mio, iniziando da 3 proposte, le cui ragioni saranno spiegate dal prossimo articolo: “SANITA': LE RAGIONI DI 3 PROPOSTE”, che verrà seguito dall'”APPELLO PER 3 NUOVE NORME SULLA SANITA'”.


Giovanni Vigato (Gico) - Padova, 16/08/2011
gicopianobar@gmail.com
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