domenica 28 agosto 2011

NON PRENDETEVELA SOLO COI CALCIATORI

NON PRENDETEVELA SOLO COI CALCIATORI
LE COLPE SONO ANCHE DEI POLITICI I E DEI PRESIDENTI DELLE SOCIETA' (CHE FANNO FINTA DI NIENTE)
L'articolo qui sotto cercherà di dimostrarvi tutto questo.


NON SI GIOCA - TUTTI COLPEVOLI, TUTTI SCONFITTI
CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA': UN GARBUGLIO ALL'ITALIANA

Cari amici di “Via dal luogo comune”, grazie per aver sollevato la questione dello sciopero dei calciatori e del pagamento del “Contributo di solidarietà” che li riguarda (fra l'altro, non è nemmeno sicuro che entrerà definitivamente a far parte della “manovra correttiva” di Tremonti). Mi meravigliavo: sembrava non interessasse a nessuno... E quasi quasi l'avrei preferito, perché avrebbe significato che il Paese sta crescendo, maturando, più interessato ad altre priorità oltre il calcio...
Premetto sùbito che non sono assolutamente un difensore-simpatizzante della categoria dei calciatori e che, in quanto cantante di piano-bar, musicista-insegnante, avrei tutti i motivi possibili, anche personali, per “sparare a zero” sul mondo del calcio, che anno dopo anno ha “rubato” sempre più spazi e attenzioni non solo alla musica, ma alla cultura in generale, agli altri sport... Ma mi piace ragionare, non “sparare”... Sono un grande lettore della “Gazzetta dello Sport” e di sport in genere: in questi giorni mi sono interessato molto alla vicenda. Da quanto ho letto, ho concluso che:
- I CALCIATORI NON SONO GLI UNICI RESPONSABILI DI QUESTO DISASTRO: Le COLPE vanno EQUAMENTE DISTRIBUITE con i POLITICI che hanno creato confusione sul pagamento del “Contributo di solidarietà” riguardante i calciatori (lasciando troppi margini di equivoco sulla norma, come vedremo fra breve), e con i PRESIDENTI DELLA LEGA DI SERIE A, spesso incompetenti, divisi fra di loro su tutto, a volte per misere beghe personali, e che ben poco hanno fatto per arrivare ad un valido compromesso. Ogni riunione si è rivelata un LITIGIO SU TUTTO, un DIALOGO FRA SORDI. La conseguenza di questa premessa, oltre allo SCIOPERO DEI CALCIATORI e quindi il RINVIO DELL'INIZIO DEL CAMPIONATO DI CALCIO, è il secondo punto:
- A queste due categorie coinvolte nella vicenda (Politici e Presidenti delle società di serie A) FA MOLTO COMODO TROVARE NEI RICCHI CALCIATORI (“viziati” e spesso “odiosi” non solo al mondo estraneo al fanatismo da stadio), un FACILE BERSAGLIO verso cui indirizzare le ire di tifosi delusi e di tutti quelli già ostili prima di oggi. Attenzione: anche i “ricchi ebrei” erano un “bersaglio facile”, ai tempi del Nazismo... Con le dovute proporzioni (qui nessuno finirà nei lager e probabilmente, scioperando, perderà un solo euro), il meccanismo potrebbe rivelarsi simile!!!
Non mi resta allora che riassumere l'intricato caso, da quanto ho appreso in questi giorni dalla Gazzetta (giornale normalmente obiettivo, equidistante e pacato nei giudizi quando si tratta di questioni così importanti) e da altre fonti, perché il “nostro” lettore possa farsi la sua opinione con la maggior cognizione di causa possibile. Non sarà impresa facile, e nemmeno brevissima... Cominciamo, allora.
- La situazione è intricata (più di quanto si possa pensare) fin dal primo momento, a causa delle differenze fra i contratti dei giocatori (vedi sotto) e della mancata chiarezza del legislatore (non a caso c'è di mezzo Calderoli, quello della legge elettorale da lui stesso definita “porcata”), che non si è addentrato in questa casistica per dare risposte più precise e dettagliate, in attesa delle relazioni esplicative del decreto (quando arriveranno?).
- Calciatori e società attualmente possono scegliere di stipulare contratti “al netto” (le tasse vengono pagate dalle società, extra-contratto) o “al lordo” (i giocatori pagano le tasse prelevandole dallo stipendio). C'è discordanza nell'informazione perfino sull'incidenza percentuale dei due tipi di contratto e sulla loro formulazione.
- Qualcuno sostiene che le società che hanno stipulato contratti “al netto” debbano accollarsi totalmente questo contributo (perfino fra i presidenti delle società, vedi De Laurentiis, che evidentemente ha stipulato solo contratti “al lordo”...). Questa era stata anche l'opinione immediatamente espressa dai giocatori, per bocca del presidente dell'AIC, Damiano Tommasi: in effetti non dissero sùbito “Non vogliamo pagare”, bensì “Non dobbiamo pagare, se le società hanno stipulato contratti al netto”; reazione troppo tempestiva e precipitosa (come vedremo, la questione è più complessa), quanto quella di Calderoli:Calciatori viziati: paghino la tassa o gliela raddoppio”, che sa quasi di... premeditazione nell'additare sùbito un nemico da abbattere!
- Altri, vedi Galliani (che evidentemente ha stipulato contratti “al netto”) ritengono invece che questo ”contributo straordinario”, non essendo paragonabile all'Irpef che già pagano per i contratti “al netto”, ma un “in più”, “una tantum”, lo debbano tirar fuori i calciatori. Inoltre, se i giocatori non pagano nulla più di prima, “si distorce la volontà del legislatore che, come nel caso del contributo di solidarietà, vuole far pagare di più a chi guadagna di più” (aggiungiamo noi: era ora!). (Gazzetta dello Sport, del 18 agosto 2011, pag. 18, dall'intervista a Marco Di Siena, tributarista). Lo stesso esperto specifica però che Galliani “ha ragione ma il contributo di solidarietà è comunque un tributo. Bisogna aspettare le relazioni esplicative del decreto sulla manovra per sgombrare il campo dai dubbi”. “Dulcis in fundo”, l'avvocato Claudio Pasqualin, presidente di Avvocaticalcio: “I pochi contratti [pochi? altri dicono tanti!] che prevedono la corresponsione del compenso al netto indicano anche la relativa somma lorda oltre la quale il datore di lavoro, cioè la società calcistica, non è tenuta ad andare. Quindi [in ogni caso] il contributo dovrà inevitabilmente essere a carico dei calciatori”.
Se anche tributaristi e avvocati non sono d'accordo o non ci vedono chiaro... vuol dire che qualcosa non va fin dal primo momento. Senza la dovuta chiarezza, queste diventano faccende da cause, avvocati, ricorsi al Tar, ecc., come accade ogni volta che ci siano di mezzo dei bei quattrini... Si potrebbe trattare di circa 55 milioni l'anno per le società, quasi 400 mila euro per tre anni, per Ibrahimovic!
- Per inciso: è interessante notare che la scelta sul tipo di contratto è sempre stata basata sulla previsione del “trend” delle tasse, con l'obiettivo di pagare il meno possibile, in qualche caso anche con danno per l'Erario (pur se nella legalità). Un esempio “illuminante”: nel dicembre '97 (pagamento “lordo”), l'aliquota passò dal 51% al 45,5%. Quasi tutte le società rifecero i contratti “lordi”, diminuiti della differenza fra le due aliquote (4,5%): spesero meno di prima (compreso ovviamente il Milan di Berlusconi, guarda che caso...), i giocatori mantennero intatto il loro “netto”, lo Stato incamerò di meno (in questi anni le uniche tasse diminuite sono state quelle per redditi “alti”, a beneficio fra gli altri del Presidente del Consiglio, impoverendo le casse dell'Erario, a danno di tutti i contribuenti meno ricchi).
- A questo punto, a scanso di equivoci, il presidente della Lega Calcio di Serie A, Maurizio Beretta, ha proposto all'AIC di firmare garanzie scritte che obbligassero i giocatori, in ogni caso, al pagamento del contratto di solidarietà, e che vietassero in futuro qualunque forma di contratto “al netto” (fidarsi è bene, non fidarsi è meglio,... rincariamo la dose). Possiamo solo fare delle ipotesi, ma è molto probabile che si sarebbe raggiunto l'accordo, se non che... Beretta ha voluto alzare l'asticella: pretendeva che tutto ciò entrasse nel Contratto Collettivo dei calciatori (fra AIC e Lega Calcio di serie A) (oltretutto, si sarebbe trattato di una mossa forse inutile, perché probabilmente la norma non sarebbe stata legalmente retroattiva). Ma questo accordo risulta attualmente impossibile a breve termine, perché le parti sono ancora troppo distanti su vari punti controversi, in particolare sull'articolo 4 e l'articolo 7, e vi sono posizioni contrapposte anche fra presidenti. I giocatori saranno anche “viziati e strapagati”, ma rimangono esseri umani; i “sindacalisti” non vogliono che si possano ripetere “legalmente” fenomeni paragonabili al “mobbing”, com'è accaduto all'ex portiere della Nazionale, Marchetti.
- “Firmare tutto in un colpo solo, prendere o lasciare” è stata la posizione di Beretta. A questo punto Damiano Tommasi ha proposto un Contratto Ponte: "Firmiamo un contratto valido fino al 30 giugno 2012, sulle basi dell'accordo raggiunto con Campana. Così il campionato comincia e subito cominciamo a discutere per un nuovo accordo". "Ho l'impressione - ha aggiunto Tommasi - che diversamente non basteranno 15 giorni ma ci vorranno mesi". Probabilmente si sarebbero potute firmare a parte le norme riguardanti il Contributo di solidarietà. La risposta di Beretta è rimasta la stessa: “Prendere o lasciare”. Al punto di farsi dare da più parti dell'ottuso, dell'incapace e dell'incompetente; di far dire a Massimo Cellino (presidente del Cagliari): "L'Assocalciatori sta dimostrando più responsabilità e molta più maturità di quanta se ne sia vista nell'assemblea di Lega di Serie A", mentre Maurizio Zamparini (presidente del Palermo) se la prende con entrambe i contendenti.
- Inoltre, questa vicenda diventa per alcuni presidenti arrabbiati e “scassa-tutto” (vedi De Laurentiis, criticissimo su molte altre cose), un modo per regolare antichi conti rimasti in sospeso e affrontare altre questioni che, se fossero portate al tappeto tutte oggi, renderebbero impossibile lo svolgimento dell'intero campionato (cosa che sta realmente succedendo negli USA per la serrata dei giocatori e lo stop del campionato NBA).
- In tutto questo, riesce, alla fine, a farci bella figura perfino Calderoli: “Presidenti capricciosi. Più dei giocatori”, e “Se il problema è il contributo di solidarietà lo risolviamo noi per legge” (aggiungiamo noi: è proprio per questo che siete al governo e in parlamento!).
Il mio giudizio? Mi viene da ritirare fuori il vecchio adagio di Giulio Andreotti: “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Pregiudizio? Non direi, visto che in passato è stato lui a svelare (per una strano autocompiacimento del “male”, credo) di avere fatto una legge “porcata” (al solo scopo di rendere la vita difficile al successivo governo, a scapito della governabilità del Paese). Credo che molto probabilmente, con la stessa sottile perfidia, ne stia facendo un'altra;... che, in questa vicenda, è più che valido il proverbio popolare “Il pesce puzza dalla testa”: l'origine di tutta questa confusione è il garbuglio che Calderoli ha creato!
Questi governanti sono stati finora abilissimi a crearsi alibi, veri o presunti (l'11 settembre, la guerra, la crisi internazionale...), agitare lo spettro di nemici e pericoli ovunque (i comunisti, la sinistra, i magistrati, gli stranieri...). Può servire sempre un nuovo nemico (“maledetti odiosi calciatori”), anzi, forse due (ci sono pure i “presidenti capricciosi”...); in un momento di grande difficoltà per la coalizione di governo, come questo, su una questione che agli Italiani sta sempre molto a cuore (il campionato di calcio), e che terrà banco per un bel po'... anche questo può tornare utile!!!
Certo, si sarebbe potuto giocare lo stesso... Ma ormai la frittata era fatta! A me interessa far capire che a questa frittata hanno contribuito tutti, alla pari coi calciatori, Allora ribadisco: non pecchiamo di ingenuità...

NON PRENDIAMOCELA SOLO COI CALCIATORI
LE COLPE SONO ANCHE DI CALDEROLI E DEI PRESIDENTI DELLE SOCIETA' (CHE FANNO FINTA DI NIENTE)

Giovanni Vigato (Gico) - Padova, 27/08/2011

giovedì 25 agosto 2011

APPELLO PER 3 NUOVE NORME SULLA SANITA'


Proponiamo che:
1) IN ACCETTAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO SIA SEMPRE GARANTITA LA PRESENZA DI MEDICI, CHE DECIDANO SUL “CODICE D'INGRESSO”, EVENTUALMENTE DOPO UNA PRIMA VISITA DI CONTROLLO. AGLI INFERMIERI DI TURNO SARANNO ATTRIBUITE FUNZIONI DI TIPO BUROCRATICO AMMINISTRATIVO.
La situazione attuale è assurda: la responsabilità di decidere il “codice d'ingresso”, vagliare con cura i sintomi (eventualmente, ribadiamo, con una prima visita), dev'essere presa da un medico e non, come succede oggi, da un infermiere! Con tutto rispetto per gli infermieri, queste sono cose da medici!

2) IN PRONTO SOCCORSO, A PARITA' DI “CODICE D'INGRESSO”, BIMBI ED ANZIANI (IN QUEST'ORDINE) ABBIANO LA PRECEDENZA!
Oggi ciò non è previsto dal regolamento, ma bimbi ed anziani sono più fragili, per loro natura, e dovrebbe essere naturale che siano tenuti in particolare considerazione.

3) SI FORMINO DEI CONSORZI DEI MEDICI DI BASE IN MODO CHE, CON UNA PRESENZA TERRITORIALE PIU' CAPILLARE POSSIBILE, POSSA ESSERE GARANTITA IN ALCUNI PRESIDI SANITARI L'ASSISTENZA MEDICA 24 ORE SU 24 PER TUTTO L'ANNO, LIMITANDO COSI' AL MINIMO L'ACCESSO AI PRONTO SOCCORSO.
Se i “medici di base” si unissero in gruppi sufficientemente grandi, potremmo essere visitati 24 ore su 24, per tutto l'anno. Ciò non comporterebbe per loro eccessivi disagi, libererebbe i Pronto Soccorso italiani da troppe incombenze, e non graverebbe sulla spesa sanitaria. Come esistono i turni delle farmacie per assicurare l'acquisto di medicinali 24 ore al giorno, 365 giorni all'anno, perché qualcosa di simile non dovrebbe avvenire per i “medici di base”?

Chiediamo quindi a tutti di aderire a questa iniziativa e pubblicizzarla, con l'obiettivo di arrivare, tramite una discussione collettiva, alla formulazione e la raccolta di firme per una PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE.

Grazie.

Giovanni Vigato (Gico) - Padova, 16/08/2011

sabato 20 agosto 2011

Manca l'alternativa? O l'alternanza?


 C'è bisogno di far rinascere il Paese, ma intanto dobbiamo far fronte all'ennesima emergenza. Siamo come una famiglia che ha rimandato di giorno in giorno un acquisto necessario, e all'ultimo momento si trova a pagarlo il doppio... Così, impauriti dalla minaccia di speculazioni di mercato già in atto, con raro senso di responsabilità pochi giorni fa è stata approvata in fretta e in furia la prima parte della manovra; "nuda e cruda", senza discussione, senza opposizione... Ma non basta: già si è dovuta proporre la seconda parte, per il 2012. Questa volta critiche, discussioni e proteste sono già iniziate, anche perché si tratta di vera "macelleria sociale", e c'è un limite a tutto! Addirittura c'è chi sostiene che anche questo va a favore della permanenza del Cavaliere e di Tremonti: in questa situazione (di cui sono sicuramente responsabili) chi se la sentirebbe di mandarli a casa, come risponderebbero i mercati?...
  Nel frattempo si continua a sentire la solita solfa: "Non c'è alternativa...”, “La sinistra non c'è...” e così di seguito... Certo, non abbiamo dei geni neanche da quella parte, ma non mi sembra che in altri paesi “industrializzati” gli elettori si facciano tutti questi problemi... La destra ha fallito? Protestiamo, e poi... si vota a sinistra! La sinistra ha fallito? Protestiamo, e poi... si vota la destra (e intanto in Spagna Zapatero si dimette e lascia che il suo Paese torni a votare)! Qui invece Calderoli ha inventato l'attuale legge elettorale, da lui stesso definita una “porcata” (accompagnandosi con quel sorrisetto da compagno di classe rompicoglioni), solo per rendere la vita difficile ai successivi vincitori [1]. In Germania, nel recente passato sono riusciti a realizzare un governo di ampie convergenze, per il bene del Paese. Qui invece, da ambo le parti passa sempre il concetto che “se governano gli altri è la fine”, e che “bisogna fare di tutto perché questo non avvenga” (danneggiando comunque l'intera Italia). NOI siamo il bene del Paese, non lo possiamo lasciare ai quei “banditi” degli altri!... Soprattutto, non molliamo la poltrona (e dobbiamo maturare una certa permanenza in parlamento per potere riscuotere la pensione a vita, non si possono mica far cadere i governi prima di quella scadenza!...). E poi: quanto presuntuosi, arroganti (e sostanzialmente antidemocratici) sono coloro che identificano il bene del Paese con le loro opinioni, che non sono disposti a “subire” democraticamente il responso delle urne e lasciare governare gli altri, per il bene del Paese, come avviene normalmente negli altri Paesi europei. Lì la chiamano alternanza: è una parola troppo difficile per noi?

    (1) A proposito di Calderoli: caro ministro della semplificazione, perché non semplifichi le cose e ti togli dai... Maroni? La battuta è fin troppo semplice, lo so, ma è difficile resistere alle tentazioni... Aggiungo seriamente: in quale altro paese europeo, dopo la “legge porcata”, questo “politico” (?) avrebbe potuto rimanere stabilmente al suo posto???

Meglio tardi che mai!


Poco tempo fa (26 maggio 2011) la Marcegaglia ha osato dire, all'assemblea della Confindustria a Treviso, che "Abbiamo perso 10 anni"!!! Se n'è accorta adesso??? Dov'erano certi "industrialotti" ignoranti, ai quali bastava sentire un po' di "anticomunismo" per perdere la testa, e poi giù a ridere e applaudire ad ogni barzelletta dell Cavaliere, mentre è l'intero Paese che sta diventando una barzelletta? La marcia silenziosa degli imprenditori, al termine della riunione, è forse uno degli avvenimenti più importanti degli ultimi tempi. Secondo me l'eccezionalità dell'evento non è stata sufficientemente sottolineata (e non solo, come era ovvio, dalle reti di proprietà del “Berlusca” e da quelle... “acquisite” - come minimo Rai 1 e Rai 2). Ma vi ricordate quando fece un'incursione ad un'assemblea di industriali, con codazzo di ministri e di claque, monopolizzando la riunione, impedendo qualunque forma di discussione: anche allora, quanti applausi e risate... Ancora la Marcegaglia: “Siamo stati superati da Corea (del Sud) e India”, ovvero non siamo più la sesta potenza mondiale! Anche stavolta, pochissimo risalto alla notizia, nessun commento sulla sua veridicità. Bravi i giornalisti italiani... Fosse vero, dovremmo rabbrividire: se perdiamo colpi nella competizione internazionale, ci rimettono tutti, ma chi ne risentirà maggiormente saranno i dipendenti, tutte le fasce sociali medie e deboli...!!! Sveglia!!!
Dagli industriali e i giornalisti passiamo ai politici: per esempio, chi sono e a cosa servono gli "ir-responsabili" che mantengono in vita un sistema morente con "accanimento terapeutico"?
Abbiamo a che fare ovunque con "nani" (con tutto il rispetto per chi lo è solo in senso fisico), buffoni alla corte del re, per poterne godere gli avanzi. Questo è uno dei tanti problemi italiani: troppi pensano solo a come "approfittare" delle situazioni, e ad "arrivare" facendosi scudo del "padrone" di turno. "Lecca culi", "tirapiedi": di questi è costituita buona parte del parlamento, ma anche il resto del Paese non scherza...
Pensiamo che i politici non ci rappresentino veramente, ma se non comprendiamo i nostri difetti e non compiamo una rivoluzione prima di tutto MORALE, cominciando da noi stessi, non cambierà nulla! Ci vuole un NUOVO RINASCIMENTO!!!

Dove eravamo?


Ormai, la convinzione che l'Italia versa in una situazione difficile e a rischio, è diventata generalizzata, fra tutte le categorie e i ceti sociali, e nessuno più crede alle favolette che abbiamo ascoltato per troppo tempo. Le cause? Pochi giorni fa, qualcuno sosteneva addirittura che i nostri problemi nascono... con la caduta dell'Impero romano d'Occidente (certo che dal 476 d.C. si sarebbe potuto fare qualcosina di più,... e il Rinascimento non basta più nemmeno a farci arrivare i turisti di un tempo). Lasciando ad altre persone o ad altri momenti il compito di sviscerare le motivazioni culturali e storiche più profonde e remote, sarebbe già una grande cosa riuscire a comprendere la nostra attualità, come si è formata in questi ultimi anni.
Non è affatto irrilevante che per quasi 2 decenni (ma per quanto veloce corre la società, la globalizzazione, valgono quasi come secoli...) "Qualcuno a caso" ha continuato a ripetere "Va sempre tutto bene", "Ghe pensi mi", "Dagli ai disfattisti!" (come diceva anche il duce, abbiamo visto com'è finita...), ecc., negando ostinatamente la realtà!
E in tutto questo tempo, dove eravamo? Lasciavamo fare per pigrizia, scoraggiamento, disinteresse, “interesse privato” (convenienza), o stupidita? A voi la scelta, apriamo un sondaggio...

DESTRA-SINISTRA (Giorgio Gaber 1994)

Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

Fare il bagno nella vasca è di destra
far la doccia invece è di sinistra
un pacchetto di Marlboro è di destra
di contrabbando è di sinistra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

Una bella minestrina è di destra
il minestrone è sempre di sinistra
tutti i films che fanno oggi son di destra
se annoiano son di sinistra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

Le scarpette da ginnastica o da tennis
hanno ancora un gusto un po' di destra
ma portarle tutte sporche e un po' slacciate
è da scemi più che di sinistra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

I bluejeans che sono un segno di sinistra
con la giacca vanno verso destra
il concerto nello stadio è di sinistra
i prezzi sono un po' di destra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

I collant son quasi sempre di sinistra
il reggicalze è più che mai di destra
la pisciata in compagnia è di sinistra
il cesso è sempre in fondo a destra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

La piscina bella azzurra e trasparente
è evidente che sia un po' di destra
mentre i fiumi tutti i laghi e anche il mare
sono di merda più che di sinistra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione della tua diversità
che al momento, dove è andata non si sa
dove non si sa
dove non si sa

Io direi che il culatello è di destra
la mortadella è di sinistra
se la cioccolata svizzera è di destra
la Nutella è ancora di sinistra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

Il pensiero liberale è di destra
ora è buono anche per la sinistra
non si sa se la fortuna sia di destra
la sfiga è sempre di sinistra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

Il saluto vigoroso a pugno chiuso
è un antico gesto di sinistra
quello un po' degli anni venti un po' romano
è da stronzi oltre che di destra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto. credo ancora che ci sia
è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c'è
se c'è chissà dov'è
se c'è chissà dov'è

Tutto il vecchio moralismo è di sinistra
la mancanza di morale è a destra
anche il Papa ultimamente è un po' a sinistra
è il demonio che ora è andato a destra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

La risposta delle masse è di sinistra
con un lieve cedimento a destra
son sicuro che il bastardo è di sinistra
il figlio di puttana è di destra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

Una donna emancipata è di sinistra
riservata è già un po' più di destra
ma un figone resta sempre un'attrazione
che va bene per sinistra e destra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra

Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra
Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra

Destrasinistra
Destrasinistra
Destrasinistra
Destrasinistra
Destrasinistra
Basta

mercoledì 17 agosto 2011

Una proposta concreta: le "Liste della vergogna"

  Qualche giorno fa Alessandro Zan, presidente dell'Arcigay Veneto e Assessore al Comune di Padova, ha preso un'iniziativa che condivido pienamente: al Pride Village di Padova ha letto ad alta voce i nomi di tutti quelli che hanno votato contro la legge sull'omofobia (senza tralasciare un punto interrogativo per gli assenti, da verificare in seguito).

  Qui non voglio parlare dell'omofobia, ci saranno altre occasioni, ma del metodo "Liste della vergogna". Anche non cambiasse presto la legge elettorale “porcata” (e dovrà cambiare, sotto la spinta di iniziative popolari, è fondamentale!), si può adottare da sùbito questo sistema: troviamo il modo di documentarci su ogni votazione parlamentare pubblica, conoscere nome e cognome di chi ha votato pro o contro (è un nostro diritto, in democrazia). Diffondiamo questi risultati innanzitutto via internet.
  Possiamo stilare e diffondere quindi, ogni volta che lo riteniamo utile, vere e proprie "Liste della vergogna". Siamo in democrazia, ognuno potrà farlo secondo la propria opinione (pro o contro una determinata legge).
  Oggi, votando uno schieramento ci accolliamo automaticamente quelli che vogliono “loro”, gli apparati e le burocrazie dei partiti. Ma non sarà sempre così, prima o poi queste liste torneranno utili (e i computer servono anche per tenere memoria di tutto...)!
Impegniamoci fin da ora, con un patto fra “internauti”, a non votare mai più quelli che riteniamo "vergognosi", di qualunque schieramento siano! Sarebbe un bel modo non violento di fare “pulizia”, anche all'interno degli stessi partiti.
Naturalmente si dovrà vigilare contro liste tarocche, e in caso di eventuali errori riparare nel modo più chiaro e onesto possibile.
  E' giusto che per ogni votazione pubblica tutti possano sapere come ogni parlamentare ha votato, così possiamo controllarli!
  Organizziamoci e facciamolo da sùbito!!!

Giovanni Vigato (Gico) - Padova, 16/08/2011

Favola del Re Nudo


Titolo originale: Il vestito nuovo dell'Imperatore


Dai racconti e Fiabe di Hans Christian Andersen




C'era una volta un imperatore che amava così tanto la moda da spendere tutto il suo denaro soltanto per vestirsi con eleganza. Non aveva nessuna cura per i suoi soldati, né per il teatro o le passeggiate nei boschi, a meno che non si trattasse di sfoggiare i suoi vestiti nuovi: possedeva un vestito per ogni ora del giorno, e mentre di solito di un re si dice: "E' nella sala del Consiglio", di lui si diceva soltanto: "E' nel vestibolo".
Nella grande città che era la capitale del suo regno, c'era sempre da divertirsi: ogni giorno arrivavano forestieri, e una volta vennero anche due truffatori: essi dicevano di essere due tessitori e di saper tessere la stoffa più incredibile mai vista. Non solo i disegni e i colori erano meravigliosi, ma gli abiti prodotti con quella stoffa avevano un curioso potere: essi diventavano invisibili agli occhi degli uomini che non erano all'altezza della loro carica, o che erano semplicemente molto stupidi.
"Quelli sì che sarebbero degli abiti meravigliosi!", pensò l'imperatore: con quelli indosso, io potrei riconoscere gli incapaci che lavorano nel mio impero, e saprei distinguere gli stupidi dagli intelligenti! Devo avere subito quella stoffa!".
E pagò i due truffatori, affinché essi si mettessero al lavoro.
Quei due montarono due telai, finsero di cominciare il loro lavoro, ma non avevano nessuna stoffa da tessere. Chiesero senza tanti complimenti la seta più bella e l'oro più brillante, se li misero in borsa, e continuarono a così, coi telai vuoti, fino a tarda notte.
"Mi piacerebbe sapere a che punto stanno con la stoffa!", pensava intanto l'imperatore; ma a dire il vero si sentiva un po' nervoso al pensiero che una persona stupida, o incompetente, non avrebbe potuto vedere l'abito. Non che lui temesse per sé, figurarsi: tuttavia volle prima mandare qualcun altro a vedere come procedevano i lavori.
Nel frattempo tutti gli abitanti della città avevano saputo delle incredibili virtù di quella stoffa, e non vedevano l'ora di vedere quanto stupido o incompetente fosse il proprio vicino.
"Manderò dai tessitori il mio vecchio e fidato ministro", decise l'imperatore, "nessuno meglio di lui potrà vedere che aspetto ha quella stoffa, perché è intelligente e nessuno più di lui è all'altezza del proprio compito".
Così quel vecchio e fidato ministro si recò nella stanza dove i due tessitori stavano tessendo sui telai vuoti. "Santo cielo!", pensò, spalancando gli occhi, "Non vedo assolutamente niente!"
Ma non lo disse a voce alta.
I due tessitori gli chiesero di avvicinarsi, e gli domandarono se il disegno e i colori erano di suo gradimento, sempre indicando il telaio vuoto: il povero ministro continuava a fare tanto d'occhi, ma senza riuscire a vedere niente, anche perché non c'era proprio niente.
"Povero me", pensava intanto, "ma allora sono uno stupido? Non l'avrei mai detto! Ma è meglio che nessun altro lo sappia! O magari non sono degno della mia carica di ministro? No, in tutti casi non posso far sapere che non riesco a vedere la stoffa!"
"E allora, cosa ne dice", chiese uno dei tessitori.
"Belli, bellissimi!", disse il vecchio ministro, guardando da dietro gli occhiali. "Che disegni! Che colori! Mi piacciono moltissimo, e lo dirò all'imperatore."
"Ah, bene, ne siamo felici", risposero quei due, e quindi si misero a discutere sulla quantità dei colori e a spiegare le particolarità del disegno. Il vecchio ministro ascoltò tutto molto attentamente, per poterlo ripetere fedelmente quando sarebbe tornato dall'imperatore; e così fece.
Allora i due truffatori chiesero ancora soldi, e seta, e oro, che gli sarebbe servito per la tessitura. Ma poi infilarono tutto nella loro borsa, e nel telaio non ci misero neanche un filo. Eppure continuavano a tessere sul telaio vuoto.
Dopo un po' di tempo l'imperatore inviò un altro funzionario, assai valente, a vedere come procedevano i lavori. Ma anche a lui capitò lo stesso caso del vecchio ministro: si mise a guardare, a guardare, ma siccome oltre ai telai vuoti non c'era niente, non poteva vedere niente.
"Guardi la stoffa, non è magnifica?", dicevano i due truffatori, e intanto gli spiegavano il meraviglioso disegno che non esisteva affatto.
"Io non sono uno stupido!", pensava il valente funzionario. "Forse che non sono all'altezza della mia carica! Davvero strano! Meglio che nessuno se ne accorga!" E così iniziò anche lui a lodare il tessuto che non riusciva a vedere, e parlò di quanto gli piacessero quei colori, e quei disegni così graziosi. "Sì, è davvero la stoffa più bella del mondo", disse poi all'imperatore.
Tutti i sudditi non facevano che discutere di quel magnifico tessuto. Infine anche l'imperatore volle andare a vederlo, mentre esso era ancora sul telaio. Si fece accompagnare dalla sua scorta d'onore, nella quale c'erano anche i due ministri che erano già venuti, e si recò dai due astuti imbroglioni, che continuavano a tessere e a tessere... un filo che non c'era.
"Non è forse 'magnifique'?", dicevano in coro i due funzionari; "Che disegni, Sua Maestà! Che colori!", e intanto indicavano il telaio vuoto, perché erano sicuri che gli altri ci vedessero sopra la stoffa.
"Ma cosa sta succedendo?", pensò l'imperatore, "non vedo proprio nulla! Terribile! Che io sia stupido? O magari non sono degno di fare l'imperatore? Questo è il peggio che mi potesse capitare!"
"Ma è bellissimo", intanto diceva. "Avete tutta la mia ammirazione!", e annuiva soddisfatto, mentre fissava il telaio vuoto: mica poteva dire che non vedeva niente! Tutti quelli che lo accompagnavano guardavano, guardavano, ma per quanto potessero guardare, la sostanza non cambiava: eppure anch'essi ripeterono le parole dell'imperatore: "Bellissimo!", e gli suggerirono di farsi fare un abito nuovo con quella stoffa, per l'imminente parata di corte.
"'Magnifique'!, 'Excellent'!", non facevano che ripetere, ed erano tutti molto felici di dire cose del genere.
L'imperatore consegnò ai due imbroglioni la Croce di Cavaliere da tenere appesa al petto, e li nominò Grandi Tessitori.
Per tutta la notte prima della parata di corte, quei due rimasero alzati con più di sedici candele accese, di modo che tutti potessero vedere quanto era difficile confezionare i nuovi abiti dell'imperatore. Quindi fecero finta di staccare la stoffa dal telaio, e poi con due forbicioni tagliarono l'aria, cucirono con un ago senza filo, e dissero, finalmente: "Ecco i vestiti, sono pronti!"
Venne allora l'imperatore in persona, coi suoi più illustri cavalieri, e i due truffatori, tenendo il braccio alzato come per reggere qualcosa, gli dissero: "Ecco qui i pantaloni, ecco la giacchetta, ecco la mantellina..." eccetera. "Che stoffa! E' leggera come una tela di ragno! Sembra quasi di non avere indosso nulla, ma è questo appunto il suo pregio!"
"Già", dissero tutti i cavalieri, anche se non vedevano niente, perché non c'era niente da vedere.
"E ora", dissero i due imbroglioni, se Sua Maestà Imperiale vorrà degnarsi di spogliarsi, noi lo aiuteremo a indossare questi abiti nuovi proprio qui di fronte allo specchio!"
L'imperatore si spogliò, e i due truffatori fingevano di porgergli, uno per uno, tutti i vestiti che, a detta loro, dovevano essere completati: quindi lo presero per la vita e fecero finta di legargli qualcosa dietro: era lo strascico. Ora l'imperatore si girava e rigirava allo specchio.
"Come sta bene! Questi vestiti lo fanno sembrare più bello!", tutti dicevano. "Che disegno! Che colori! Che vestito incredibile!"
"Stanno arrivando i portatori col baldacchino che starà sopra la testa del re durante il corteo!", disse il Gran Maestro del Cerimoniale.
"Sono pronto", disse l'imperatore. "Sto proprio bene, non è vero?" E ancora una volta si rigirò davanti allo specchio, facendo finta di osservare il suo vestito.
I ciambellani che erano incaricati di reggergli lo strascico finsero di raccoglierlo per terra, e poi si mossero tastando l'aria: mica potevano far capire che non vedevano niente.
Così l'imperatore marciò alla testa del corteo, sotto il grande baldacchino, e la gente per la strada e alle finestre non faceva che dire: "Dio mio, quanto sono belli gli abiti nuovi dell'imperatore! Gli stanno proprio bene!"
Nessuno voleva confessare di non vedere niente, per paura di passare per uno stupido, o un incompetente. Tra i tanti abiti dell'imperatore, nessuno aveva riscosso tanto successo.
"Ma l'imperatore non ha nulla addosso!", disse a un certo punto un bambino.
"Santo cielo", disse il padre, "Questa è la voce dell'innocenza!". Così tutti si misero a sussurrare quello che aveva detto il bambino.
"Non ha nulla indosso! C'è un bambino che dice che non ha nulla indosso!"
"Non ha proprio nulla indosso!", si misero tutti a urlare alla fine. E l'imperatore rabbrividì, perché sapeva che avevano ragione; ma intanto pensava: "Ormai devo condurre questa parata fino alla fine!", e così si drizzò ancora più fiero, mentre i ciambellani lo seguivano reggendo una coda che non c'era per niente.


Primo commento
A mio modesto parere, questa favola è di attualità straordinaria, anche perché “è stata sempre attuale”. Con semplicità condensa le ragioni del luogo comune, del conformismo, del servilismo. Con altrettanta semplicità riassume, nella figura del bambino, libero nella mente da ogni condizionamento, il presupposto per l'esercizio del libero pensiero. Può simboleggiare così l'origine di qualunque forma di “resistenza” ad ogni tipo di “dittatura”: del potere, dell'informazione, della stupidità, della banalità.
Per sottolineare queste caratteristiche, mi sono permesso di evidenziarne il “leit-motiv” ed il finale.
Pochi conoscono il titolo originale di questa fiaba (e già questo piccolo particolare ci dice come molto spesso “crediamo di sapere” perché così ci hanno tramandato, e solo una più profonda conoscenza ci può svelare la realtà originale; è così per le moderne “leggende metropolitane” ad esempio ).
Il Re è nudo”: come avrete notato, nella versione originale questa frase non appare nemmeno (anche perché trattasi in realtà di un imperatore, come già evidente nel titolo); eppure continua a venire usata, soprattutto dai mass media, ogni volta che la falsità di un potere viene inesorabilmente a galla in tutta la sua evidenza.
Per inciso, Re nudo è il nome di una rivista “libertaria” che ebbe un discreto successo soprattutto negli anni '70, nonostante copra, con vicende alterne, un periodo molto più lungo, “ponte tra la sinistra extraparlamentare meno ortodossa e il mondo freak alternativo più aperto al sociale”. Dal 2008 è ritornata in una nuova veste trimestrale, cercando di mantenere intatto lo spirito originario pur nell'attualità del momento.
Il vestito nuovo dell'Imperatore” può rappresentare sinteticamente l'ideale punto di partenza di questo blog, e credo si presti ad essere un ottimo spunto per varie discussioni, data l'inesauribile varietà di considerazioni che da essa si possono sviluppare.
La presenza dei truffatori, l'ultima frase dell'Imperatore (“Ormai devo condurre questa parata fino alla fine”)... Tutto sembra scritto apposta per la nostra attualità italiana, dove ogni potere politico tende a resistere più a lungo possibile, anche al di là del gradimento popolare, rendendo difficile un vero ricambio politico, che in altre democrazie avviene più facilmente.

Ne circolano altre versioni, forse più conosciute, di cui è difficile comprendere l'origine, dal momento che vengono tramandate come fossero anch'esse l'originale di Andersen. In genere i truffatori vengono sostituiti da un sarto, “costretto” a gabbare il Re (non l'Imperatore) “per non impazzire” in seguito alle sue maniacali richieste di abiti sempre nuovi o sempre più leggeri. Possono concludersi diversamente, ad esempio con la fuga vergognosa e precipitosa del Re, quindi col suo declino. E' certamente da queste che nasce la famosa frase “Il Re è nudo”. Probabilmente altre favole si sviluppano partendo da qualcuna di queste versioni. Noi ne conosciamo una scritta da E. J. Gold. Ringraziamo i lettori che ci inviino qualcuno di questi testi.



Giovanni Vigato (Gico) - Padova, 15/08/2011


La Bugia - Giorgio Gaber

(da Anche Per Oggi Non Si Vola - 1974)


Credo nella bugia
quando un bambino si nasconde
quando sdraiato, timido, in mezzo all’erba
non fa niente di male
accarezza il suo corpo e dolcemente si masturba
è così naturale
ma poi non lo può dire.

Dunque credo nella bugia
quando un bambino si difende
con tutti i suoi divieti non può far meglio
la sua unica arma
è salvare se stesso con l’aiuto di un imbroglio
non è un fatto di forma,
è in cerca della sua normalità.

Com’è strana la nostra morale
se è un fatto naturale
diventa la tua prima oscenità
com’è strana la nostra apprensione
ci vuole un’invenzione
non è per stravaganza o per follia:
viva la bugia!


Credo nella bugia
quando un bambino non si arrende
trova con la finzione la sua misura
sfugge ad ogni giudizio
per non esser costretto a fare un torto alla natura
la bugia che bel vizio…
vorrei essere sincero come lui.

Com’è strana la nostra morale
se è un fatto naturale
diventa la tua prima oscenità
com’è strana la nostra apprensione
ci vuole un’invenzione
non è per stravaganza o per follia:
viva la bugia!

Io non mi sento italiano - Giorgio Gaber (2003)

Io Giorgio Gaber sono nato e vivo a Milano.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.


Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.


Mi scusi Presidente
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.

Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che è tutto calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.


Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui m'incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.

venerdì 12 agosto 2011

NANI, BUFFONI ALLA CORTE DEL RE





I vari capitoli (altri sono in preparazione) sono disposti secondo un ordine logico, ma possono essere letti separatamente.


Dove eravamo?
Ormai, la convinzione che l'Italia versa in una situazione difficile e a rischio, è diventata generalizzata, fra tutte le categorie e i ceti sociali, e nessuno più crede alle favolette che abbiamo ascoltato per troppo tempo. Le cause? Pochi giorni fa, qualcuno sosteneva addirittura che i nostri problemi nascono... con la caduta dell'Impero romano d'Occidente (certo che dal 476 d.C. si sarebbe potuto fare qualcosina di più,... e il Rinascimento non basta più nemmeno a farci arrivare i turisti di un tempo). Lasciando ad altre persone o ad altri momenti il compito di sviscerare le motivazioni culturali e storiche più profonde e remote, sarebbe già una grande cosa riuscire a comprendere la nostra attualità, come si è formata in questi ultimi anni.
Non è affatto irrilevante che per quasi 2 decenni (ma per quanto veloce corre la società, la globalizzazione, valgono quasi come secoli...) "Qualcuno a caso" ha continuato a ripetere "Va sempre tutto bene", "Ghe pensi mi", "Dagli ai disfattisti!" (come diceva anche il duce, abbiamo visto com'è finita...), ecc., negando ostinatamente la realtà!
E in tutto questo tempo, dove eravamo? Lasciavamo fare per pigrizia, scoraggiamento, disinteresse, “interesse privato” (convenienza), o stupidita? A voi la scelta, apriamo un sondaggio...

Meglio tardi che mai!
Poco tempo fa (26 maggio 2011) la Marcegaglia ha osato dire, all'assemblea della Confindustria a Treviso, che "Abbiamo perso 10 anni"!!! Se n'è accorta adesso??? Dov'erano certi "industrialotti" ignoranti, ai quali bastava sentire un po' di "anticomunismo" per perdere la testa, e poi giù a ridere e applaudire ad ogni barzelletta dell Cavaliere, mentre è l'intero Paese che sta diventando una barzelletta? La marcia silenziosa degli imprenditori, al termine della riunione, è forse uno degli avvenimenti più importanti degli ultimi tempi. Secondo me l'eccezionalità dell'evento non è stata sufficientemente sottolineata (e non solo, come era ovvio, dalle reti di proprietà del “Berlusca” e da quelle... “acquisite” - come minimo Rai 1 e Rai 2). Ma vi ricordate quando fece un'incursione ad un'assemblea di industriali, con codazzo di ministri e di claque, monopolizzando la riunione, impedendo qualunque forma di discussione: anche allora, quanti applausi e risate... Ancora la Marcegaglia: “Siamo stati superati da Corea (del Sud) e India”, ovvero non siamo più la sesta potenza mondiale! Anche stavolta, pochissimo risalto alla notizia, nessun commento sulla sua veridicità. Bravi i giornalisti italiani... Fosse vero, dovremmo rabbrividire: se perdiamo colpi nella competizione internazionale, ci rimettono tutti, ma chi ne risentirà maggiormente saranno i dipendenti, tutte le fasce sociali medie e deboli...!!! Sveglia!!!
Dagli industriali e i giornalisti passiamo ai politici: per esempio, chi sono e a cosa servono gli "ir-responsabili" che mantengono in vita un sistema morente con "accanimento terapeutico"?
Abbiamo a che fare ovunque con "nani" (con tutto il rispetto per chi lo è solo in senso fisico), buffoni alla corte del re, per poterne godere gli avanzi. Questo è uno dei tanti problemi italiani: troppi pensano solo a come "approfittare" delle situazioni, e ad "arrivare" facendosi scudo del "padrone" di turno. "Lecca culi", "tirapiedi": di questi è costituita buona parte del parlamento, ma anche il resto del Paese non scherza...
Pensiamo che i politici non ci rappresentino veramente, ma se non comprendiamo i nostri difetti e non compiamo una rivoluzione prima di tutto MORALE, cominciando da noi stessi, non cambierà nulla! Ci vuole un NUOVO RINASCIMENTO!!!


Manca l'alternativa? O l'alternanza?
C'è bisogno di far rinascere il Paese, ma intanto dobbiamo far fronte all'ennesima emergenza. Siamo come una famiglia che ha rimandato di giorno in giorno un acquisto necessario, e all'ultimo momento si trova a pagarlo il doppio... Così, impauriti dalla minaccia di speculazioni di mercato già in atto, con raro senso di responsabilità pochi giorni fa è stata approvata in fretta e in furia la prima parte della manovra; "nuda e cruda", senza discussione, senza opposizione... Ma non basta: già si è dovuta proporre la seconda parte, per il 2012. Questa volta critiche, discussioni e proteste sono già iniziate, anche perché si tratta di vera "macelleria sociale", e c'è un limite a tutto! Addirittura c'è chi sostiene che anche questo va a favore della permanenza del Cavaliere e di Tremonti: in questa situazione (di cui sono sicuramente responsabili) chi se la sentirebbe di mandarli a casa, come risponderebbero i mercati?...
Nel frattempo si continua a sentire la solita solfa: "Non c'è alternativa...”, “La sinistra non c'è...” e così di seguito... Certo, non abbiamo dei geni neanche da quella parte, ma non mi sembra che in altri paesi “industrializzati” gli elettori si facciano tutti questi problemi... La destra ha fallito? Protestiamo, e poi... si vota a sinistra! La sinistra ha fallito? Protestiamo, e poi... si vota la destra (e intanto in Spagna Zapatero si dimette e lascia che il suo Paese torni a votare)! Qui invece Calderoli ha inventato l'attuale legge elettorale, da lui stesso definita una “porcata” (accompagnandosi con quel sorrisetto da compagno di classe rompicoglioni), solo per rendere la vita difficile ai successivi vincitori [1]. In Germania, nel recente passato sono riusciti a realizzare un governo di ampie convergenze, per il bene del Paese. Qui invece, da ambo le parti passa sempre il concetto che “se governano gli altri è la fine”, e che “bisogna fare di tutto perché questo non avvenga” (danneggiando comunque l'intera Italia). NOI siamo il bene del Paese, non lo possiamo lasciare ai quei “banditi” degli altri!... Soprattutto, non molliamo la poltrona (e dobbiamo maturare una certa permanenza in parlamento per potere riscuotere la pensione a vita, non si possono mica far cadere i governi prima di quella scadenza!...). E poi: quanto presuntuosi, arroganti (e sostanzialmente antidemocratici) sono coloro che identificano il bene del Paese con le loro opinioni, che non sono disposti a “subire” democraticamente il responso delle urne e lasciare governare gli altri, per il bene del Paese, come avviene normalmente negli altri Paesi europei. Lì la chiamano alternanza: è una parola troppo difficile per noi?

    (1) A proposito di Calderoli: caro ministro della semplificazione, perché non semplifichi le cose e ti togli dai... Maroni? La battuta è fin troppo semplice, lo so, ma è difficile resistere alle tentazioni... Aggiungo seriamente: in quale altro paese europeo, dopo la “legge porcata”, questo “politico” (?) avrebbe potuto rimanere stabilmente al suo posto???